GENZINI: Stai vivendo un periodo molto intenso della tua giovane carriera, come ti sei avvicinata alla musica ed in particolare alla viola?
DI GIOVANNI: La mia storia era in un certo senso quasi predestinata visto che per regalo di battesimo il mio padrino, contrabbassista, mi donò un piccolissimo violino da ¼. A 6 anni ho iniziato a suonare nella scuola Suzuki allora molto attiva all'Aquila città dove sono nata. Ero una bambina un po' pazzerella e non avevo molta voglia di studiare ma era molto divertente la scuola Suzuki, ho un bellissimo ricordo di quel periodo. Ho proseguito i miei studi in forma privata con Mario Ferraris grazie al quale ho conosciuto anche Giacomo,il nostro secondo violino. Gli anni con Ferraris sono stati indimenticabili; è stato per me un grande punto di riferimento musicale e umano. Da lui ho imparato la musica, non solo il violino; mi ha insegnato anche la disciplina musicale che sta dietro ogni musicista: il tipo di studio da fare, gli orari da seguire, la puntualità da rispettare quando suonavo con la sua orchestra di allievi, portarsi la matita, studiare le parti..insomma cose che possono sembrare stupide ma chi non rispettava le regole pagava il caffè a tutti quanti (ed eravamo in molti!). Dopo il diploma, con la sua scomparsa, ho deciso di prendere il Biennio di violino e mi sono trasferita a Milano da Daniele Gay. Anche al Maestro Gay devo molto, è stato un grande insegnante! Negli anni di Milano è cominciata a manifestarsi la curiosità verso la viola; c'era la possibilità di studiare un secondo strumento per gli esami complementari ma alla fine ho lasciato scemare questa mia curiosità...anche perchè,diciamoci la verità, quando si è violinisti si guarda alla viola e ai violisti con uno sguardo di superiorità (ahimè). Finito il biennio a fine 2008 mi sono ritrasferita da Milano a L'Aquila perchè avevo voglia di casa e si era creata l'opportunità con alcuni amici musicisti aquilani di creare un quartetto con il pianoforte. La musica da camera è sempre stato il mio sogno e quell'opportunità era per me motivo di grande gioia. Purtroppo assieme a questa possibilità ho trovato anche il terremoto a L'Aquila, nel 2009. Tralasciando i particolari personali conseguenti al disastro, ho perso il mio violino quella notte sotto le macerie (un bellissimo Giacomo e Leandro Bisiach del 1928). Chiaramente, subito dopo, numerosi amici si sono impegnati per procurarmi dei violini ma io ho vissuto quella perdita come fosse stato un segno, forse anche per darmi una spiegazione di ciò che mi era accaduto. In quell'anno la musicista Luisa Prayer organizzava un corso nei dintorni di L'Aquila con il Quartetto di Cremona. Ho conosciuto questi quattro fantastici musicisti, questo meraviglioso quartetto d'archi (formazione che era il mio sogno da sempre!) e sono rimasta colpita dal suono di Simone Gramaglia durante un suo solo; quel concerto mi ha fatto prendere coraggio e ho subito chiesto i suoi recapiti per cominciare il mio nuovo percorso da violista. All'inizio ero un po' timorosa, avendo già 26 anni mi spaventava l'idea di cominciare un nuovo strumento, una nuova chiave ecc.. Invece è stato meraviglioso il mio nuovo inizio, imparare un altro strumento mi ha fatto tornare una voglia incredibile di studiare e di rimettermi in gioco e quasi subito si è presentata anche l'occasione del quartetto d'archi, del Quartetto Guadagnini. Grazie a questa scelta di cambiamento ho avuto e sto avendo la possibilità di fare un percorso bellissimo, di non fermarmi mai e di confrontarmi e suonare con i miei fantastici colleghi.
GENZINI: Quali caratteristiche deve avere per te il suono ideale della viola?
DI GIOVANNI: Credo che la ricerca del suono ideale non abbia mai un traguardo finale; il suono cambia e si evolve con il tempo, assieme alla maturità dell'esecutore. Sono alla ricerca di un suono che sia potente ma anche morbido e che si distingua bene, soprattutto all'interno del quartetto. Il rischio che spesso si corre nel quartetto è che il suono della viola venga “mangiato” dal violoncello e dal secondo violino per il tipo di scrittura e perchè lo strumento in sé è anello di congiunzione fra i bassi e gli alti. Sto lavorando per cercare un timbro ben distinto. Ho cambiato da poco strumento e suono ora una viola Barbieri del 1982; è uno strumento moderno ma ha un timbro molto particolare, mi piace molto. GENZINI: Quali sono i tuoi autori preferiti?
DI GIOVANNI: Sarò banale nel dire che, ovviamente, amo tutta la musica ma come tutti ho delle preferenze. Sono un po' agli estremi, i miei autori preferiti sono Haydn, Mozart e Schostakovich. Mi piace molto la musica del '900 e anche alcuni contemporanei anche perchè hanno dato molta importanza alla viola rispetto agli autori del passato ma quando suono o ascolto un quartetto di Haydn o di Mozart vengo rapita. Gli Adagi di Mozart mi lasciano tutti senza fiato, non solo nei quartetti. Mozart dei tre è il mio autore preferito in assoluto comunque. Potrei riascoltarlo o suonarlo ore e ore e non mi stancherei mai:mi diverte e mi stupisce, mi rende felice!