GENZINI: In che modo ti sei avvicinato alla musica ed in particolare al violino?
 
FEDELI: Come puoi immaginare, molto presto. Dall’età di cinque anni infatti ho cominciato a suonare il pianoforte frequentando lezioni private con risultati molto soddisfacenti. Questo mi ha permesso di far capire ai miei genitori che forse, valeva la pena rischiare su di me nella musica. Con questa intima convinzione mi hanno iscritto al Conservatorio di Milano per seguire i corsi di piano e violino. Solo poche lezioni mi hanno convinto che quest’ultimo sarebbe stato il mio strumento.
 
GENZINI: Quali sono state le tappe fondamentali della tua crescita artistica?
 
FEDELI: Sicuramente le prime esperienze internazionali come i Musikwochen in Stiria (Austria) in cui, nel periodo estivo, insieme a giovani provenienti da tutto il mondo davo vita a settimane musicali dove l’unico scopo era suonare, divertirsi ed imparare. Poi l’incontro con il compianto Maestro ungherese Albert Kocsis e il primo violino d’epoca: un rarissimo violino di Francesco Chiari Costabonese di Villaminozzo (RE) del 1880 che ho avuto in prestito per qualche anno. Subito dopo l’incontro con Stradivari….ma questa è storia più recente.
 
GENZINI: Il tuo progetto "Uno Stradivari per la gente" sta avendo un grande successo come si è sviluppato?
 
FEDELI: Il tutto è nato da un concerto dedicato alla solidarietà che mi ha permesso di ottenere “per la prima volta” uno Stradivari. Era il “Maurin Rubinoff" del 1731. Un giovane artista che incontra Stradivari attraverso uno dei suoi ultimi capolavori. Ad oggi sono 25 i violini del celebre liutaio che ho portato sui palcoscenici di tutto il mondo e mentre all’inizio ho cercato di scoprire dove fossero custoditi e i nomi dei loro proprietari allo scopo di ottenerli in prestito, oggi sono “ricercato” da molti di loro che mi chiedono di utilizzarli e di valorizzarli nel mio progetto “Uno Stradivari per la Gente”. Attualmente svolgo circa 100 concerti l’anno nelle sale da concerto ma anche in chiese, castelli e palazzi in giro per il mondo. Ricordo con piacere i grandi eventi in cui ho portato la mia musica e il suono di Stradivari come il concerto in onore di Sua Santità Benedetto XVI, il 60° anniversario di fondazione del CERN all’ONU di Ginevra, la Severance Hall di Cleveland e la storica rappresentazione nel Duomo di Milano di fronte a 5.000 persone di pubblico.
 
GENZINI: Quali caratteristiche deve avere per te il suono ideale del violino?
 
FEDELI: Ci sono molti aggettivi che potrei usare: chiaro…, scuro…., potente, cristallino, vellutato, brillante e tanti altri ancora; ma ogni violino ha una sua personalità. Occorre studiarlo, entrare in sintonia e, stimolarlo come in un rapporto di amichevole rivalità. Ora è nelle mie mani, io sono la star sul palcoscenico e i riflettori sono puntati su di me e vado sicuro sapendo che anche “lui” vuole fare la sua bella figura. Poi, ogni volta, quando lo ripongo in custodia, mi ricorda con un sorrisetto che io sono “solo” il suo violinista…….uno dei suoi violinisti.
 
GENZINI: Quali saranno i tuoi prossimi impegni?
 
FEDELI: Il 2015 è un anno molto particolare e ricco di appuntamenti musicali. Festeggerò i dieci anni del progetto “Uno Stradivari per la Gente” e i 300 anni dello Stradivari “Bazzini”. Tra i primi appuntamenti un concerto negli Emirati Arabi alla presenza dell'Emiro del Dubai; un Tour sull’isola di Malta con quattro concerti e una speciale audizione per il Presidente nel Palazzo del Governo; a maggio l’esposizione dello Stradivari “Bazzini" a Palazzo Marino nel Comune di Milano; il consueto Tour in America che quest’anno mi vedrà impegnato per oltre due mesi con 20 concerti in 13 Stati….si prospettano circa 15.000 chilometri. E poi ancora un progetto dedicato ad EXPO, Telethon e un altro per il FAI nelle più belle dimore storiche dislocate sul territorio italiano. E intanto…..mi stanno cercando per il portare in scena il 26° Stradivari……..
 
GENZINI: Ma con il primo Stradivari, cosa hai provato?
 
FEDELI: L’emozione più forte è stata quella di tenere tra le mani uno strumento unico e così importante sotto diversi punti di vista, da quello storico, a quello artistico e anche da quello, da non sottovalutare, economico.Questo momento lo racconto spesso perché ha avuto qualcosa di magico.Appena preso il violino l’ho guardato, ho visionato l’intaglio del filetto, osservato la costruzione dei fori armonici, semplici, aggraziati e dalle proporzioni perfette, la pulizia nella costruzione delle punte, smussate dal tempo, la vernice (in particolare la sua profondità, il suo spessore) e il riccio, capolavoro di maestria.Ho poi cercato con cura certosina tutti quei piccoli segni che il tempo ha lasciato sullo strumento.Tutto questo per qualche lunghissimo minuto.Poi, di colpo, mi sono sentito un po’ in soggezione di fronte ad esso.Avevo l’impressione di essere valutato ed osservato a mia volta dall’interno dello strumento.Il violino in quel momento mi stava facendo alcune domande: tu chi sei, chi ti ha portato da me, sarai in grado di farmi suonare?Poi da lì lo ho imbracciato e ho accettato la sfida.
 
GENZINI: Hai avuto l'opportunità di suonare ben 25 violini di Antonio Stradivari, qualche nome?
 
FEDELI: Ricordo molto bene il “Da Vinci” del 1725 che ho portato in televisione su Rai 1, il “Maurin-Rubinoff”, già citato, che accomuna i nomi di due violinisti, il francese Jean Pierre Maurin e il russo David Rubinoff; il “Lady Ley” ora appartenente ad una collezione orientale e, forse il più singolare, a testimonianza del passaggio nelle mani di un imperatore, l’ “ex Napoleon III” che ha ricevuto la “benedizione papale”.
 
GENZINI: Quale strumento ti ha emozionato maggiormente?
 
FEDELI: Ogni strumento ha una personalità e non vorrei fare torto a nessuno di loro anche se il “Bazzini” del 1715 che sto utilizzando ha sempre suscitato forti emozioni nel pubblico e per questo lo prediligo. Ricordo con piacere un’audizione straordinaria ospite della città di Cleveland in Ohio dove ho aperto la serata intonando l’inno americano fra lacrime di commozione e un’ovazione generale.
 
GENZINI: Dal punto di vista acustico esistono differenze considerevoli tra i vari violini?
 
FEDELI: Molte: differenze di suono e di fattura. All’inizio gli strumenti di Stradivari hanno un suono nobile, educato e adatto alla dimensione salottiera. Successivamente, l’esigenza di un suono che riempisse teatri e sale sempre più capienti, lo porta a sviluppare la potenza e la robustezza del timbro.E poi la fattura, una continua ricerca della forma ideale che Stradivari trova soltanto nei primi anni del 1700.Dal 1710 al 1725 vi è un “periodo d’oro” nella realizzazione di questi strumenti in cui Stradivari coniuga la perfezione del suono alla più alta espressione di bellezza e finitura dei suoi violini.