In che modo ti sei avvicinato alla musica ed in particolare alla viola?
D. Rossi: Mi sono avvicinato alla musica ed in particolare alla viola all'età di cinque anni. I mie genitori non erano musicisti ma erano molto appassionati di musica, si andava spezzo alle feste di paese, il liscio e le balere erano sempre presenti nelle estati della mia infanzia. Fu mio papà a capire le mie attitudini nei confronti della musica e mi portò molto presto a scuola, iniziai con il violino. Sono stato fortunato perchè ho conosciuto persone che hanno avuto ottime intuizioni per me. Il mio primo maestro di violino decise, probabilmente anche considerando la mia stazza, farmi provare la viola. All'inizio non la presi benissimo perchè suonavo bene anche il violino, ad ogni modo i risultati con la viola vennero subito. A sedici anni ebbi l'opportunità di viaggiare con l'orchestra giovanile di Abbado, a diciannove anni mi diplomai e dopo tre mesi ero già alla Scala di Milano.
Quali sono state le tappe fondamentali della tua crescita artistica?
D. Rossi: Sicuramente i Maestri che ho conosciuto durante gli anni mi hanno permesso di crescere dal punto di vista artistico. Sono stato allievo di alcuni tra i più importanti Maestri di viola (Fabrizio Merlini, Piero Farulli, Dino Asciolla, Yuri Bashmet) e di musica da camera (Paolo Borciani e il Trio di Trieste) queste esperienze hanno influenzato profondamente il mio lungo percorso musicale.
Che repertorio ami interpretare maggiormente?
D.Rossi: Premesso che in trentacinque anni di attività ho avuto modo di interpretare svariati repertori anche in ambito jezzistico e popolare, sicuramente le sonate di Brahms e il concerto di Bartok per viola sono i repertori che amo maggiormente.
Cosa pensi della musica contemporanea?
D. Rossi: Trovo che la musica contemporanea sia importantissima, ogni qualvolta mi si pone la possibilità di interpretare qualcosa di nuovo lo accetto molto volentieri, il repertorio per viola non è vastissimo, quindi è sempre un piacere affrontare nuovi territori musicali. In passato mi è capitato di eseguire anche i Pink Floyd.
Quali caratteristiche deve avere la tua viola ideale?
D. Rossi: Nel corso degli anni ho utilizzato una viola piccola di quaranta cm del liutaio milanese Carlo Alberto Testore che probabilmente anche a causa della sua ridotta dimensione aveva molta qualità ma poca profondità. Successivamente ho utilizzato una viola Maggini del 1600 di 42,8 cm, da anni suono una viola contemporanea che il liutaio Filippo Fasser mi ha realizzato proprio a copia della viola Maggini. Con questo strumento mi trovo molto bene, sono completamente a mio agio e riesco ad esprimermi a pieno. Penso che questo sia un aspetto fondamentale per ogni musicista, la musica esce fluida ed espressiva.
In questo difficile periodo di riposo forzato a cosa ti stai dedicando?
D. Rossi: Ogni giorno per dare uno stimolo a chi vorrà seguirmi e avere uno stimolo utile a rendere questo periodo di quarantena un periodo costruttivo farò delle dirette su Facebook di circa un ora in cui condividerò il mio modo di studiare. Ai musicisti generalmente non piace farsi sentire quando si studia, è una cosa che non è mia stata fatta perché c'è sempre un certo egocentrismo legato alla prestazione. Dal mio punto di vista non ci deve essere timore nel mettersi a nudo durante lo studio. Condividendo idee e concetti si può crescere, è uno stimolo che ho preso da Marco Brunello che sta facendo la stessa cosa con il violoncello. Sono contento perché vedo che ogni giorno molte persone si collegano e seguono le mie lezioni. Ci vuole coraggio ad accettare l'errore, se si sbaglia poi si va avanti più consapevoli di prima.