Genzini: In che modo ti sei avvicinato al mondo della liuteria?
Cabrini: Mi ci sono avvicinato in giovane età, a quattordici anni, spinto dalla prospettiva di poter lavorare in modo artistico con le mani. Fu mia mamma ad indirizzarmi, a scuola me la cavavo bene ma come molti bimbi dell'epoca ero vivace e prediligevo un tipo di vita poco legata alla staticità dello studio, la scuola di liuteria mi diede da subito l'opportunità di poter esprimermi. I primi due anni li ho vissuti in modo giocoso e spensierato, durante l'estate del terzo ho avuto la possibilità di fare apprendistato nella bottega del Maestro Francesco Bissolotti allora situata in via Milazzo a Cremona. Successivamente, dopo essermi diplomato nel 1991 ho proseguito la collaborazione con la famiglia Bissolotti fino al 1994. E' stato un periodo determinante per la mia crescita, ho avuto l'opportunità di affinare la tecnica e di imparare grazie ai consigli del Maestro Francesco ma anche di Tiziano, Vincenzo e Maurizio il metodo classico cremonese caratterizzato da filettatura e sgusciatura a cassa chiusa.
Genzini: In che anno hai aperto la tua bottega?
Cabrini: Nel 1995, proprio accanto a quella del Maestro Bissolotti in via Milazzo. Già nel 1991 anno del diploma instaurai un grande rapporto di amicizia con il compianto Maestro Pierangelo Balzarini. All'epoca la sua attività era già pienamente avviata, ma il suo diploma arrivò nello stesso anno in cui mi diplomai io. Questo aspetto fu determinante, oltre all'amicizia al di fuori del lavoro sviluppammo una vera e propria collaborazione che durò anni. Ogni giorno mi confrontavo con lui nel suo laboratorio ed ogni strumento che ho costruito in quel periodo è passato sotto la sua visione, per me è stato importante quanto il Maestro Bissolotti. Da allora ho iniziato a seguire completamente il suo stile caratterizzato dall'utilizzo della forma interna ma con filettature e sgusciatura a cassa aperta. Questi anni sono stati carichi di lavoro che si sviluppava principalmente con commercianti giapponesi e statunitensi. Partecipai a due concorsi VSA, ad Oakland nel 1994 e ad Albuquerque nel 1996, furono viaggi importanti che mi fecero crescere dal punto di vista professionale.
Genzini: Come si caratterizza la tua attuale produzione?
Cabrini: Ho avuto una pausa di riflessione tempo fa, per qualche anno ho preferito staccare dalla liuteria per fare altre esperienze lavorative, esperienze che mi hanno dato l'opportunità di viaggiare per il mondo. Questo aspetto mi ha consentito di crescere molto dal punto di vista umano. Quando sono rientrato a Cremona una persona determinante è stata il Maestro Alessandro Tossani dal quale ho appreso aspetti fondamentali per affinare il mio lavoro che conservo tutt'ora. La mia produzione si caratterizza in sette, otto strumenti all'anno. Violini, viole e violoncelli. Attualmente collaboro con vari musicisti che mi danno la possibilità di sentire nel tempo a livello acustico l'evoluzione sonora dei miei strumenti, aspetto fondamentale dal mio punto di vista.
Genzini: Nel corso degli anni hai avuto importanti Maestri, Bissolotti, Balzarini e Tossani, che modelli utilizzi attualmente?
Cabrini: Utilizzo una forma di Stradivari del 1705 che ho modificato varie volte ottenendo sempre ottimi risultati, un modello ispirato alla liuteria di Guarneri del Gesù e un modello personale ispirato alla liuteria del maestro Balzarini. Per quanto riguarda le viole la classica Mahler di Stradivari, per i violoncelli un modello Guadagnini e il classico Piatti di Stradivari. Mi piacerebbe realizzare in futuro viole con modelli bresciani e un violoncello modello Guarneri, sono sempre in evoluzione.
Genzini: Per quanto riguarda la verniciatura che esperienze hai fatto?
Cabrini: La verniciatura è un aspetto sempre affascinate del lavoro, ho iniziato con una vernice ad alcool, successivamente ho utilizzato una vernice mista con linossina e infine ad olio, come ti dicevo sono sempre in evoluzione..