Elisabetta Giordano e' nata a Cremona nel 1971.
I suoi interessi per l’attività artistica,
in particolare il disegno la pittura e
la scultura, la passione e l’amore per
il legno l’hanno portata dopo la
scuola dell’obbligo ad iscriversi alla
Scuola Internazionale di Liuteria
“Antonio Stradivari” di Cremona
dove si è diplomata nel 1991 sotto la
guida del m° Giorgio Scolari.
Nel 1989-90 ha
frequentato un corso
sulla costruzione
della chitarra classica
organizzato dalla
Regione Lombardia.
Nei due anni
successivi si è
perfezionata nel
laboratorio del maestro.
Ha continuato in questi anni
approfonditi studi sulla costruzione
e sul restauro.
Lavora oggi nella sua bottega in
Corso Pietro Vacchelli n° 23 a
Cremona, dove si dedica alla
costruzione di strumenti del
quartetto classico, al restauro, alla
montatura e alla messa a punto
degli strumenti ad arco.
Dotata di grande sensibilità, il suo
impegno nella costruzione, le sue
conoscenze musicali, organologiche
e musicologiche, le amicizie con
concertisti e quindi il rapporto diretto
con questi, l’hanno portata a
collaborare con musicisti di molte
orchestre d’Europa, in particolare
con le orchestre:
- “La Scala” di Milano
- “I Pomeriggi Musicali” di Milano,
- “Guido Cantelli” di Milano,
- “Arturo Toscanini” di Parma,
- “Teatro Regio” di Parma,
- “Sinfonica di Cagliari”
- “RAI” di Torino
- “Sinfonica” della Valle d’Aosta,
- “Filarmonica Italiana” di Piacenza,
- “Engelberg” in Svizzera
- “Peniscola” in Spagna
I suoi strumenti sono stati acquistati
da musicisti di vari paesi europei
(Austria, Svizzera, Francia,
Germania) ma anche da America
Giappone Cina e Taiwan.
Ha partecipato a Mostre ed
esposizioni in Italia e all’estero
riscuotendo notevoli consensi e
affermazioni.
Predilige i modelli Stradivari,
Nicola Amati, Antonio e Girolamo
Amati, Guarneri del Gesu', Giovanni Battista
Guadagnini, Carlo Bergonzi, ma anche modelli di
celebri liutai del 900 come, Ansaldo
Poggi, Marino Capicchioni,
Ferdinando Garimberti.
"Quando ho iniziato a lavorare dopo
il diploma e dopo essermi specializzata nel laboratorio del mio
maestro sapevo che era solo l’inizio.
Ho deciso quindi di approfondire i
miei studi dedicandomi soprattutto
all’acustica.
In questi anni ho costruito violini
viole e violoncelli, seguendo vari
modelli sia della scuola classica
cremonese sia dei maestri italiani
del primo novecento.
Ho svolto approfondite indagini di
carattere acustico, curando le
bombature, gli spessori,
l’incatenatura degli strumenti,
fondamentale per una buona
riuscita acustica e tutto ciò che
riguarda la messa a punto dello
strumento, facendo piccoli passi alla
volta, ascoltando i consigli le
richieste e le esigenze dei musicisti,
le difficoltà che hanno e a volte
nell’eseguire un brano e anche le
loro piccole manie.
Le loro critiche e i miei errori a
volte hanno fatto sì che il mio
lavoro non diventasse qualcosa di
monotono e meccanico.
Tutto ciò mi è stato di grande
stimolo e mi ha aiutato a migliorare
sempre più il mio lavoro.
Oggi posso dire con certezza che
non vado più per tentativi perché
so davvero e senza falsa
presunzione come far suonare uno
strumento.
Ho capito che è sicuramente
importate presentare uno
strumento in tutta la sua bellezza,
cercando di mantenere il più
possibile quei canoni costruttivi e
armoniosi che ci hanno insegnato i
grandi liutai del sei, settecento a
Cremona.
Ma è ancor più importante dare vita
e voce a questi strumenti, perché
non dobbiamo dimenticare che è
questa la loro funzione".