Ho iniziato ad occuparmi di liuteria all'età di 14 anni, nel 1980, quando mi sono iscritta all'Istituto Internazionale di Liuteria “A. Stradivari “di Cremona. Ho vissuto la mia infanzia in una famiglia appassionata nell'ascolto della musica classica, i miei genitori mi portavano spesso a teatro, ricordo di aver assistito al primo concerto all'età di 7 anni. Mio papà aveva spiccate doti manuali, era molto abile nella costruzione di mobili in legno, mia mamma faceva la sarta per passione e per necessità : disegnava da sola i modelli e li realizzava con molta cura dei dettagli. Avevano entrambi una grande passione per il lavoro manuale ed uno straordinario amore per la precisione. Tutti questi aspetti del loro carattere mi hanno sicuramente influenzata nella scelta del mio percorso formativo e scolastico. Infatti dopo la terza media non ebbi alcun dubbio: volevo costruire strumenti ad arco. I miei genitori, un pò perplessi per la mia scelta, per dissuadermi dall'intraprendere la strada della liuteria, mi portarono all'età di 13 anni nella bottega di Francesco Bissolotti. Il Maestro fu molto franco e con ironia mi descrisse tutte le problematiche legate ad una professione, che specialmente all'epoca ,aveva un carattere nettamente "maschile". Rimasi affascinata nel vedere la bottega e i suoi lavori , tanto che le sue parole mi convinsero ancora di più ad iniziare. Ricordo ancora la sua ultima frase prima dei saluti: "Ci vediamo a scuola, testona". Nei primi anni '80 l'atmosfera che abbiamo vissuto tra i banchi era quella di una grande bottega, molto famigliare. Nelle ore buche si poteva girare per il laboratorio ed osservare il lavoro dei "colleghi" più " anziani". Ho avuto la fortuna di conoscere molte persone alle quali sono ancora legata sia dal punto di vista professionale che umano. Mi sono spesso confrontata con Renato Scrollavezza, grande Maesto, Primo Pistoni, Pierangelo Balzarini, che mi hanno aiutato durante i miei primi anni di attività e che ringrazio per avermi insegnato sempre qualcosa in ogni occasione; il confronto è un aspetto fondamentale della professione. Il mio maestro presso la scuola fu Giorgio Cè. Nel 2012, durante la prima edizione di "Stradivariazioni" presentata in modo magistrale dallo storico e liutaio Carlo Chiesa, è stato invitato come ospite d'onore. In quell'occasione erano esposti gli strumenti di Giorgio vicino ai miei, vedendoli mi sono commossa: è stato molto bello notare l'evoluzione della mia liuteria, osservando i miei strumenti vicino ai suoi si capiva la sua influenza su di me e questo mi ha reso orgogliosa perché, nonostante l'abbia frequentato relativamente poco dopo la scuola, era evidente quanto i suoi insegnamenti si fossero fissati nel mio DNA . Pensare allo strumento finito prima di iniziare a costruirlo ed avere la consapevolezza che ogni piccolo passo è determinato dal precedente, sono i punti salienti del suo insegnamento, uniti inoltre ad una libertà interpretativa, partendo sempre dalla forma interna. Realizzo da circa trent'anni esclusivamente strumenti nuovi. I miei violini, le mie viole e i miei violoncelli sono ispirati alla liuteria classica del '700 ma reinterpretati nelle linee attraverso la mia esperienza, per rapportare i vari modelli al nostro tempo e alle esigenze dei musicisti. Negli ultimi mesi in collaborazione con il mio tirocinante Sebastiano Ferrari sto lavorando ad uno studio sulle vernici finanziato dalla Fondazione per le arti e mestieri di Milano "Cologni" che ha messo a disposizione una borsa di studio per lo studente che ha presentato il progetto più meritevole, vinta in modo brillante dallo stesso Sebastiano. L'obiettivo è quello di osservare se e quali differenze ci possano essere tra due vernici storiche: la classica vernice ad alcool del 1704 e l'altrettanto classica vernice ad olio ed ambra sia a livello chimico che acustico. Il progetto è supportato dai due laboratori di ricerca che hanno sede nel Museo del Violino di Cremona: il laboratorio Arvedi e quello del Politecnico di Milano. La condizione essenziale per poter affrontare questo interessante percorso di analisi è stata la necessità di costruire due violini "identici". Utilizzando lo stesso tronco di abete per le tavole armoniche e le catene, lo stesso acero per i fondi, le fasce e i manici, lo stesso salice per gli zocchetti ed effettuando le medesime bombature/sgusciature oltre che al medesimo piazzamento delle EFFE siamo riusciti ad ottenere grazie ad un continuo e lento lavoro manuale di controllo due strumenti con la stessa riposta acustica. Attraverso scanner 3D per le bombature ed analisi vibrometriche, passo dopo passo le analisi scientifiche hanno confermato il mio lavoro. Quello che all'inizio poteva essere solo uno studio sulle vernici si è rivelato in realtà un progetto che mi ha coinvolta totalmente nel quale ho messo "in campo" tutta la mia esperienza trentennale. I violini saranno udibili nei prossimi mesi, sarà un vero piacere cogliere le differenti sfumature legate al timbro, alla dinamica e alla potenza. In questi giorni sto anche lavorando alla tavola armonica di una mia viola del 1991. Amo il mio lavoro, ne sono totalmente coinvolta.. sento sempre la necessità di migliorare e di crescere.