Genzini: Come ti sei avvicinato alla musica ed in particolare ad uno strumento così affascinante come il violino?
De Lorenzi: Nella mia famiglia nessuno era musicista, mi sono avvicinato alla musica perché mio padre, che di professione faceva il Neurologo,era un grande appassionato e conoscitore di musica classica. Si ascoltava dunque molta musica e fin da piccolo assistevo ai concerti della stagione concertistica del Teatro Ponchielli di Cremona, con diverse puntate al Teatro alla Scala e una incursione al Festival di Salisburgo dove all’età di nove anni ebbi la fortuna di vedere Karajan dirigere. All’età di dieci anni sono arrivato a conoscere un vasto repertorio di musica sia cameristica che sinfonica e operistica. Mi sono avvicinato al violino quasi per caso: a otto anni decisi di studiare uno strumento e in prima battuta pensai di cominciare col pianoforte ma nella Scuola Civica “Monteverdi” di Cremona non c’erano posti allora mi “dirottarono” sul violino. La scelta fu senza dubbio azzeccata anche se non ho mai abbandonato il pianoforte che studio ancora adesso.